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Giuseppe Marzulli - Nutrizionista

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“Signore lei e’ atopico” – “Mamma mia… e’ grave!”. Raccomandazioni per l’intolleranza all’istamina

L’istamina e’ un “mediatore chimico” coinvolto nelle risposte allergica e immunitaria.
L’eccessiva liberazione e’ causa di reazioni infiammatorie e patologie allergiche quali asma, congiuntivite allergica, orticaria e rinite ed altri.
Oltre ad essere prodotta dalle nostre cellule, l’istamina e’ presente anche in numerosi alimenti.
Normalmente, in un organismo sano, l’istamina presente negli alimenti viene degradata velocemente da un enzima presente a livello dell’intestino tenue, al fine di evitarne l’assorbimento, poiché l’istamina presente nel corpo e quella derivante dagli alimenti agiscono nello stesso modo.

Se questo meccanismo non funziona correttamente si parla di intolleranza all’istamina: in alcune persone l’enzima diaminossidasi (DAO) non e’ presente in quantita’ sufficiente per poter degradare l’istamina dopo i pasti e quella in eccesso si riversa nel sangue provocando la comparsa di sintomi che possono facilmente essere scambiati per reazioni allergiche come: disturbi gastroenterici (ad es. diarrea, dolori addominali, pesantezza di stomaco, crampi o flatulenza); mal di testa, fino ad attacchi di emicrania, eruzione cutanea, prurito, orticaria, asma, difficolta’ respiratorie, nausea, palpitazioni, vertigini, irritazioni della mucosa nasale, ad esempio naso che cola o naso chiuso.
I sintomi compaiono circa 45 minuti dopo l’assunzione di alimenti contenenti istamina e scompaiono dopo un lasso di tempo variabile. Poiché il contenuto di istamina e’ variabile, anche nello stesso tipo di alimento, i sintomi possono talvolta verificarsi e talvolta no, anche ingerendo lo stesso alimento.
Inoltre, altre sostanze possono provocare reazioni simili in quanto stimolanti la produzione di istamina, fra queste ricordiamo la caffeina, la solanina, la teobromina, la serotonina ecc..
La terapia si basa su una alimentazione priva degli alimenti ricchi di istamina o istamino-liberatori (non contengono istamina ma sono in grado di stimolarne la liberazione da parte dell’organismo) e ridurre al minimo gli alimenti ricchi di istamina (piccole quantita’, poca frequenza e non in associazione).

ALIMENTI NON CONSENTITI
Allo scopo di evitare carenze nutrizionali, e’ opportuno che venga valutata con il nutrizionista la tollerabilita’ individuale e l’effettiva necessita’ di eliminare dalla dieta gli alimenti sottoelencati. Una limitazione generale a lungo termine e’ sconsigliata. Per la re-introduzione degli alimenti chiedere supporto ad uno specialista.

Alimenti ricchi di istamina

  • Formaggi fermentati
  • Bevande fermentate (vino, birra)
  • Cibo fermentato (crauti)
  • Insaccati di Maiale e Bue
  • Fegato di Maiale
  • Tonno, Alici, Bottarga in scatola
  • Aringhe conservate
  • Acciughe conservate
  • Sardine conservate
  • tonno conservato
  • Cibi in scatola (carni, verdure, pomodoro, spinaci)
  • Spinaci
  • Pomodori
  • Pesce surgelato
  • Pesce fresco (tonno, sardine, alici, salmone)
  • Crostacei, Frutti di mare

Alimenti chiamati liberatori di istamina o istamino-liberatori, possono liberare istamina direttamente nel corpo.

  • Albume
  • Molluschi e crostacei
  • Fragole
  • Agrumi
  • Ananas
  • Pomodori
  • Cioccolata
  • Pesce
  • Alcool
  • Fecola di Patate
  • Noci, Mandorle, Arachidi, Nocciole, Frutta secca
  • Caffe’
  • Lenticchie, Fave, Legumi
  • Derivati delle noci di Cola

ALIMENTI CONSENTITI E CONSIGLIATI

  • Carne e pollame freschi o surgelati sotto forma di fesa, cotoletta, sminuzzato, macinato, filetto ecc. scelte nelle parti piu’ magre e private del grasso visibile.
  • Pesci freschi o surgelati, come il merluzzo, la trota ecc. La conservazione dei pesci a basse temperature e’ in grado di rallentare in misura consistente la sintesi di istamina batterica.
  • Formaggi freschi, ricotta e altri latticini, come il latte, lo yogurt e la panna.
  • Frutta preferibilmente fresca come mele, pesche, albicocche, meloni, cachi ecc. Ad esclusione di quella precedentemente citata.
  • Verdura a foglia larga (lattuga, cicoria…) ma anche carote, cavolfiore, zucchine, cetrioli, broccoli, preferibilmente fresca, cruda o cotta. Ad esclusione di quella precedentemente citata.
  • Cereali. Consumare ogni giorno pane, pasta o riso integrali alternandoli ai prodotti raffinati.
  • Olio extravergine di oliva a crudo nella giusta quantita’ per condire gli alimenti.
  • Aceto di mele per insaporire le pietanze.
  • Acqua, almeno 2 Litri di liquidi al giorno (preferibilmente acqua oligominerale naturale).

CONSIGLI COMPORTAMENTALI
Oltre all’intolleranza permanente all’istamina esiste una intolleranza temporanea che, adottando una corretta alimentazione e un corretto stile di vita, puo’ essere superata con ottimi risultati.

Puo’ essere utile quindi:

  • Evitare l’esposizione al caldo eccessivo.
  • Evitare stress emotivi.
  • Smettere di fumare.
  • Rendere lo stile di vita piu’ attivo (abbandona la sedentarieta’! Vai al lavoro a piedi, in bicicletta o parcheggia lontano, se puoi evita l’uso dell’ascensore e fai le scale a piedi).

FATTORI CHE AUMENTANO L’ASSORBIMENTO DELL’ISTAMINA 
Alcuni farmaci possono, soprattutto se assunti per lunghi periodi, inibire l’azione degli enzimi detossificanti l’istamina a livello intestinale e se associati a cibi ricchi di istamina portare a intolleranza all’istamina.
Durante la gravidanza la maggiore presenza dell’enzima diaminossidasi, secreto dalla placenta, puo’ portare ad una remissione dei sintomi da intolleranza all’istamina.
Nelle bevande alcoliche il livello di istamina dovrebbe essere visualizzato in etichetta (ma purtroppo questo non avviene), valutare individualmente il suo consumo
Evitare l’Aspirina e similari, una dieta ricca di amidi (fagioli, piselli, castagne ecc.), nitriti (cibi conservati ed insaccati, dadi per brodo), alimenti irritanti (spezie, caffe’, alcool, caffeina-Coca Cola).
Altri componenti naturali dei cibi potenzialmente capaci di provocare reazioni avverse con meccanismo farmacologico sono xantine e metilxantine (contenute ad es. in caffe’, te’, cioccolato, cola e numerose altre bibite analcoliche) e amine biogene quali dopamina, tiramina e serotonina (contenute ad es. in formaggi, vino, banane, ananas).

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