Uno dei miei personali obiettivi durante il 2017 era quello di percorrere una parte del Cammino per Santiago de Compostela: una lunga via, con oltre mille anni di storia, in cui popoli da tutto il mondo si muovono verso la citta’ della Galizia (a nord della Spagna) dove, si dice, siano deposti i resti dell’apostolo San Giacomo. Nel 1987 il Consiglio d’Europa ha dichiarato il Cammino di Santiago “itinerario culturale europeo”, mettendo a disposizione risorse economiche per segnalare bene il cammino, ristrutturare e costruire i rifugi per alloggiare i pellegrini; nel 1993 l’UNESCO lo ha dichiarato “patrimonio dell’Umanita’”.
Sentendomi un po’ “peregrino” e un po’ “Hobbit” verso la sua Avventura, ho percorso piu’ di 300 km a partire da una piccola cittadina dai tratti medievali, sui Pirenei a nord della Francia, chiamata Saint-Jean-Pied-de-Port ed attraversando il confine tra Spagna e Francia, a circa 1400 m di altitudine, sono giunto a Roncisvalle e da li’ ho attraversato le regioni della Navarra e della Rioja, camminando da Pamplona sino a Burgos. Da qui riprendero’ fino a Santiago e Finisterre.
Il cammino quotidiano, dapprima solo e poi pian piano con compagni di viaggio, che hanno reso l’esperienza ancora piu’ speciale, mi ha fatto capire molte cose e dato la forza per “muovere dei passi” per tante altre situazioni che vivo.
A rendere unica l’esperienza c’e’ la vista di panorami mozzafiato, il ritorno all’essenzialita’ dei bisogni, le soste nei piccoli “pueblos” ovvero i villaggi che si attraversano o dove si cerca alloggio, insieme ai tanti discorsi nati lungo il cammino, in una lingua che era un mix tra inglese-italiano-spagnolo-francese… questa lingua permetteva di capirsi e di esprimere cose che normalmente non si dicono.
Ancora gli Albergue, gli ostelli per la notte: l’adattamento a dormire nelle grandi camerate su letti a castello… o ai ritmi scanditi da bucato-doccia-cena-riposo… fanno parte dell’esperienza del “mettersi alla prova” e scoprisi.
“E’ il cammino la meta”!
Una graduale scoperta di se, delle proprie potenzialita’ o debolezze.
Una scoperta che non si fa da soli, perché sul Cammino di Santiago non si e’ mai soli, anche quando rallenti o acceleri… prima o poi incontri un pellegrino e magari ci cammini insieme per mezz’ora, due giorni o per tutto il cammino: un altro motto dice: “”e’ il cammino che decide”.
Ancora lasciatemi sottolineare ancora una volta questo: il Cammino aiuta a “sentire” se stessi, il proprio corpo, i propri limiti o le energie che nascono dal contatto profondo con la natura, dalla visione di un panorama, dal sentirsi “semplici”, da nuove conoscenze o dalle relazioni con le persone.
Sono ancora piu’ convinto che risolvere un rapporto alterato con il cibo, in eccesso o in difetto che sia, passi obbligatoriamente dal “sentirsi e conoscersi”. Per questo sento di consigliare vivamente alle persone che si sono rivolte a me o che mi cercheranno in futuro e che stanno leggendo, di mettere in conto questa fantastica esperienza per capire sempre meglio le tante possibilita’ e potenzialita’ che abbiamo. Quindi “buen Camino!”.
Per quanto riguarda la preparazione fisica io direi che “camminare” e’ come respirare… e’ una cosa naturale dell’uomo. Io ho fatto solo qualche uscita domenicale di massimo 10 km, piu’ che altro per testare le scarpe.
Quello che forse ritengo importante e’ non partire con forte sovrappeso o obesita’: le ginocchia ed i piedi risentiranno molto di ogni singolo kg in piu’ (sia dello zaino che della pancia). Quindi tornare in forma prima del Cammino, nutrendo bene i muscoli (quindi dimagrire e non deperire), sarebbe intelligente.
Ahhh non pensate che con il Cammino si dimagrisca. Un mio compagno “peregrino” che ha fatto tutto il percorso fino a Santiago, e’ addirittura tornato con 2 kg in piu’.
Camminare e’ fisiologico ed il corpo, dopo qualche giorno, prende le giuste calorie dal cibo e le consuma con gradualita’.
Bere e’ importantissimo durante tutta la giornata. Soprattutto se si cammina nei mesi piu’ caldi (luglio-agosto) oltre ai 2-3 litri di acqua converrebbe usare un integratore di Magnesio e Potassio: sudando si concentrano tossine e si perdono i sali.
Bere aiuta a detossificarsi; dopo i primi 3 giorni di cammino si comincia a sentirsi particolarmente bene.
Detto questo ecco qualche consiglio su cosa e come mangiare durante il Cammino di Santiago.
COLAZIONE
assumere carboidrati e zuccheri con poco saccarosio e molto fruttosio, come succo di arancia o caffellatte con biscotti, meglio ancora con fette biscottate o pane tostato con marmellata (tostada con mermelada), miele, eventualmente frutta. Anche pane e prosciutto (jamon) non e’ da scartare,
DURANTE IL CAMMINO
Consiglio frutta fresca (magari reperita dai volontari durante il cammino al prezzo “donativo”) oppure frutta secca (mandorle, anacardi, noci…) e succhi (no bevande troppo zuccherine o cioccolata). Evitare l’alcol.
Se si e’ giunti a destinazione e si vuole pranzare con qualcosa di piu’ sostanzioso, consiglierei di recuperare zuccheri e carboidrati con panini (chiamati bocadillos) con prosciutto (jamon iberico o serrano ottimi) o formaggi locali (ottimi quelli di capra) o frittate con patate (tortilla). Frutta fresca e bere molto.
CENA
privilegiare le proteine ovvero carne o pesce, magari facendole precedere da zuppe o vellutate (dipende dalla zona della regione spagnola) accompagnate da del pane, completare sempre con verdura. A piacere vino o birra sempre senza esagerare.
Ricordare che l’alcool disidrata, quindi se si eccede con la “cerveza” ricordare di bere anche molta acqua altrimenti il giorno dopo si avvertiranno dolori.
Non dimenticate di assaggiare (per una questione culturale!) i piatti tipici spagnoli di quelle regioni… come, ad esempio, i “pinchos” (piccoli stuzzichini dai vari sapori, simili alle tapas di altre regioni della Spagna) e l’ottimo vino della Rioja.