“One Health” e’ il nome che hanno dato al Piano Nazionale della Prevenzione 2020-2025 con una visione che considera la salute come risultato di uno sviluppo armonico e sostenibile dell’essere umano, della natura e dell’ambiente.
Sono molto contento che ci sia stato un dialogo che abbia condotto a questa conclusione, che per me e’ davvero FONDANTE!
L’approccio One Health riconosce che la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi sono interconnesse, e promuove l’applicazione di un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato per affrontare i rischi potenziali o già esistenti che hanno origine dall’interfaccia tra ambiente-animali-ecosistemi.
Iniziando dalla scuola, dall’insegnamento di quei valori che possiamo racchiudere sotto il nome di “educazione civica” che oggi, rispetto al passato, tengono fortemente conto di aspetti trasversali che vanno dalla salute dell’uomo, alla cultura, agli aspetti economici e sociali, all’ambiente ed all’uso di sostanze e risorse.
Tutto questo e’ rappresentato dall’Agenda 2030 con i suoi 17 obiettivi che dal 2020-2021 e’ una materia curriculare multidisciplinare della scuola italiana.
Qualcuno potrebbe chiedermi:
ma cosa c’entra questo programma con la salute? Il collegamento e’ troppo lontano!
Siamo abituati all’idea che pensare alle malattie quando si sta bene “porti male” e che il medico serve a chi ne ha bisogno.
La storia degli ultimi anni ci ha insegnato invece che quando hai bisogno del medico, spesso e’ troppo tardi e la tua vita e la qualita’ della tua vita, e’ gia’ compromessa abbastanza.
Amo il lavoro del nutrizionista ed amo questa figura sanitaria che NON si occupa di CURARE ma di PREVENIRE !
Qualche mio collega si potrebbe sentire frustrato o frustrata nel paragonare la sua figura sanitaria che si occupa di prevenzione con una figura sanitaria che si occupa di emergenza e cura, come medici ed infermieri.
Per me non e’ cosi’!
La biologia ed in particolare quella bio-sanitaria mi ha insegnato le regole della vita applicandole all’uomo e penso il biologo nutrizionista sia davvero quella figura CHIAVE (quando ben formato, si intende… a volte basta laurearsi in biologia per dirsi gia’ nutrizionisti) per la PREVENZIONE PRIMARIA e quindi per ridurre il carico al sistema sanitario.
Quindi le principali attenzioni sarebbero per le MALATTIE NON TRASMISSIBILI: malattie cardiovascolari, tumori, malattie respiratorie croniche, diabete, problemi di salute mentale, disturbi muscolo scheletrici, consumo di tabacco, errate abitudini alimentari, insufficiente attività fisica, consumo rischioso e dannoso di alcol, insieme alle caratteristiche dell’ambiente e del contesto sociale, economico e culturale rappresentano i principali fattori di rischio modificabili, ai quali si può ricondurre il 60% del carico di malattia (Burden of Disease), in Europa e in Italia.
Punti alla base dell’insorgenza delle malattie non trasmissibili:
- alimentazione non corretta
- inattività fisica e sedentarietà
- fumo di tabacco
- abuso di alcol
- inquinamento atmosferico
Possiamo agire su tutti tranne che sull’ultimo dove la battaglia non e’ con se stessi ma e’ di portata piu’ vasta. Per quello consiglio di aderire ad associazioni di settore e militare in esse.
Una visita dal nutrizionista (da uno bravo pero’!) potrebbe aiutare la persona a prendere consapevolezza, a fare chiarezza sul proprio stile di vita, comprendere gli aspetti da migliorare, senza dimenticare anche l’aspetto relazionale ed emotivo che, migliorando il proprio corpo, incrementa l’autostima e permette di ritrovare nuova forza ed equilibrio.
Per questo la mia visita non si limita a dieta e peso… ma e’ molto di piu’!
Mi piacerebbe leggere dei vostri commenti qui sotto, se vi va.
Vi aspetto in studio!